Il sistema del semaforo alimentare per le etichette dei prodotti che mangiamo è uno strumento troppo generico e semplicistico per una corretta informazione ai consumatori. Adottato in Gran Bretagna, il semaforo piace alle multinazionali che stanno facendo pressione sull’Europa per farlo diventare uno standard comunitario.
Una storia nota, su cui imprese made in Italy e nutrizionisti si erano già espressi senza tanti dubbi. Il semaforo alimentare, con i tre colori rosso, giallo e verde ad indicare la quantità di grassi, zuccheri e sali presenti nel prodotto, non riesce a fotografare la qualità degli ingredienti utilizzati, la natura e la tipologia dei grassi e degli zuccheri contenuti, venendo meno agli obiettivi stessi dell’etichettatura alimentare e della corretta informazione ai consumatori. Inoltre, il semaforo non tiene conto degli ingredienti e delle lavorazioni previste dai disciplinari dei marchi di qualità, come la Dop.Spiega Massimo Rivoltini, Presidente di Confartigianato Alimentazione:” Non siamo contrari a informare il consumatore, ma vogliamo che l’informazione sia completa e che non si riduca a una descrizione superficiale con un semaforo a tre luci, rossa, gialla e verde. Con Primolabel – conclude – abbiamo fatto un’operazione da manuale.
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